Storie

Reportage #03: l’arte dell’intreccio dei cesti

Tempo di lettura: 2 minuti

Sono nella mia Ogliastra, precisamente a Urzulei. Un paese all’estremo nord della mia zona, famoso per la Gola di Gorroppu, che con i suoi 500 mt di altezza, è il canyon più alto d’Europa. Ma per me, Urzulei è il paese che da vita all’oro di Sardegna, chiamo così il cesto perché ne comprendo la sua raffinatezza e ricchezza. Funzionale, bello, lavorato finemente e culturalmente importante.
La signora Matilde, curva su se stessa e con le mani perennemente umide, intreccia il cesto davanti a me, seduta su uno scannetto. Ha un grembiule a fiorellini bianchi e in mano un uncino in osso (chiamato s’arrau). Questo è l’unico strumento che utilizza per le sue creazioni in asfodelo (in sardo scrarìa). Ma le sue mani, loro sono le vere protagoniste; dal momento della raccolta dell’asfodelo, che nelle zone di montagna avviene nei mesi tra marzo e maggio (quando la pianta ha un solo fiore ed è più morbida e malleabile), a quello dell’immersione in acqua, dopo esser stato essiccato per dieci giorni. Le sue mani lo hanno anche sfilato e reso come un filo, prezioso come l’oro.
Non dirò mai che Matilde “tesse, compone, crea, fa”.
Ogni arte ha le sue parole, il suo verbo. Quella del cesto è l’arte dell’intrecciare. Che verbo pieno di significato.
Intrecciare, creare unendo, incrociare, unire.
E’ il verbo giusto per questa arte millenaria, denominata in questo paese “Su Fatorgiu”.
Palini, crobe, mojta, questi sono i nomi delle tre tipologie di cesto ogliastrino. “Su palini” è il classico cesto basso, utilizzato in passato per creare la pasta fresca (malloreddus) o per far lievitare la pasta del pane. “Sa crobe” è un canestro profondo utilizzato per la raccolta della frutta o della verdura nell’orto e per la conservazione di piccoli oggetti. “Sa mojta” (o coffinu) è un cesto profondo come sa crobe ma ha il coperchio.
In questo viaggio ho scelto diversi cesti che mi sono stati commissionati per un matrimonio. Non tutti sanno che in molti paesi ogliastrini, Baunei soprattutto, le madrine della sposa regalano alla coppia un cesto bello capiente con un servizio di piatti o di tazzine da caffè in porcellana.
La crobe che ho scelto fa al caso mio, è dorata, il lavoro è finissimo e sono certa che alla madrina, ma soprattutto alla sposa, piacerà moltissimo.
Per tutta la vita, utilizzato o meno, sarà il ricordo di un giorno luminoso, dove l’intreccio dell’asfodelo ricorderà l’unione di due anime innamorate.

Vedi i cestini di Joias, ora in fase di riassortimento.