L’amore è una percezione intimamente legata ai colori, come migliaia di arcobaleni sovrapposti uno sull’altro (Paulo Coelho).
A casa di mamma c’è un cassettone in legno di ciliegio che profuma e che trabocca di seta colorata, a tinta unita e a disegni caleidoscopici. E’ il cassetto dei ricordi, di viaggi in spider, di mise eleganti, di outfit sportivi e di lutti.
Quel cassetto viene aperto spesso, mamma se ne annoda quasi sempre uno al collo e io ne prendo uno in prestito quando voglio essere davvero elegante. Da piccola lo aprivo furtivamente per giocare ad indossarli come fossero abiti da sera o immaginarmi come Grace Kelly in Caccia al ladro. E’ un cassetto che profuma magicamente di Amarige di Givenchy e di elicriso, i profumi delle mie nonne, donne molto diverse tra loro, la napoletana e la sarda, che hanno indossato quei foulards: Bianca Maria passava dai motivi floreali di Ferragamo a quelli zoomorfi di Valentino, ma il mio preferito è quello di Hermes, turchese e avorio con i bonsai che mi ricorda le nostre passeggiate al mercato; Virgilia portava pe tradizione “su muccadori”, rigorosamente in lana o seta nera, ormai vedova. Fazzoletti odorosi di elicriso e lentisco, gli unici olii profumati e lenitivi che utilizzava per la pelle.
E’ con gli occhi dell’amore che guardo alla collezione dei miei foulards, il mio grande orgoglio, non solo perché li ho fatti nascere con sentimento e trasporto per la mia terra ma anche perché evocheranno sempre le donne di famiglia.